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30 settimane gravidanza: il settimo mese
Il dolce viaggio della gravidanza si avvicina a grandi passi al termine con il raggiungimento delle 30 settimane. Attesa, ansia e gioie continuano a colorare le giornate in attesa del parto. Ma 30 settimane di gravidanza quanti mesi sono? Qual è il peso del feto a 30 settimane e quali sono gli esami da fare? Con la 30 settimana di gravidanza la futura mamma si trova precisamente a cavallo tra il settimo e l’ottavo mese, pronta ad attraversare il terzo trimestre di gestazione. Ecco cosa bisogna sapere su questa delicata fase della dolce attesa, quali sono i sintomi della donna, le misure del feto a 30 settimane e tante curiosità interessanti da sapere.
Trentesima settimana di gravidanza: la mamma e i sintomi
Con la trentesima settimana di gravidanza il peso della donna dovrebbe crescere da un minimo di 7 a un massimo di 10,4 chili. Il pancione è ormai grande, l’utero si è ingrossato per far spazio al bambino che cresce e il suo peso potrebbe far assumere alla donna una postura sbagliata. Inoltre in questa fase, soprattutto dalla seconda gravidanza in poi, la gestante potrebbe avvertire le contrazioni di Braxton Hicks.
Ecco nel dettaglio tutti i sintomi della donna durante la fine del settimo mese di gravidanza e l’inizio dell’ottavo.
- Mal di schiena. L’aumento del volume della pancia, e una diminuzione della capacità muscolare, possono portare la donna durante la trentesima settimana ad assumere una postura sbagliata, generando dolore alla schiena. Per alleviare le fitte sulla parte bassa della schiena, tipiche della gravidanza, è importante cercare di mantenere una postura corretta e sostenere sempre la schiena, mettendo ad esempio un cuscino dietro quando si è sedute.
- Contrazioni. Con la 30 settimana di gravidanza l’utero si prepara al parto e potrebbe in alcuni momenti della giornata indurirsi con delle leggere contrazioni. Si tratta di “false” contrazioni che alcune donne non percepiscono e che, se si verificano sporadicamente, più o meno 5 nell’arco di un’ora, sono normali. Nel caso in cui le contrazioni siano continuative e forti è bene avvertire il proprio ginecologo per un controllo e verificare che la cervice uterina sia chiusa.
- Gonfiori e bruciori allo stomaco. In questa fase della dolce attesa la futura mamma durante i pasti potrebbe sentirsi subito sazia, avvertire del gonfiore e bruciori di stomaco. Il consiglio è quello di fare dei pasti leggeri e frequenti per agevolare la digestione che, con la gravidanza, i cambiamenti ormonali e fisici, rallenta.
- Articolazioni più elastiche. A 30 settimane di gravidanza aumenta la produzione dell’ormone relaxina che rende le articolazioni più elastiche per preparare il canale del parto.
Con la fine del settimo mese e l’ingresso nell’ottavo è possibile valutare, insieme al medico, la possibilità di un congedo lavorativo. È utile inoltre per i futuri genitori iniziare a frequentare un corso pre parto che permetterà di condividere l’esperienza della dolce attesa con altre coppie, oltre che ricevere informazioni utili da parte di specialisti.
Con la 30 settimana di gravidanza la futura mamma potrà iniziare a preparare la borsa da portare in ospedale con tutto l’occorrente per se e per il bambino. Generalmente le strutture ospedaliere forniscono alle gestanti una lista dettagliata delle cose da portare in previsione del parto.
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Gravidanza 30 settimane: il feto
Dopo aver scoperto con la 30 settimana di gravidanza il peso della mamma ecco cosa succede dentro al pancione. Il peso del feto a 30 settimane è in media di 1.400 grammi mentre la sua lunghezza è, dalla testa ai piedi, di 40 centimetri. Il feto a 30 settimane inizia a sviluppare meglio i suoi sensi prendendo dimestichezza dell’ambiente in cui si trova. Con la 30 settimana di gravidanza i movimenti fetali sono ben riconoscibili e la mamma può iniziare a capire i cicli di veglia e sonno del piccolo. La posizione del feto a 30 settimane può essere già cefalica, con la testa rivolta in basso, ma nel caso fosse podalica il bambino ha ancora spazio per potersi girare e molto probabilmente lo farà nelle prossime settimane.
Ecco nel dettaglio come si sviluppa il feto con la 30 settimana:
- la vista si affina, il bambino riconosce la luce e il buio;
- Il tatto si sviluppa, il feto esplora l’ambiente con le mano, si tocca il viso, il corpo e succhia il dito, preparandosi alla suzione;
- il cervello si sviluppa e inizia ad avere il suo aspetto definitivo;
- unghie e ciglia sono formate;
- il tessuto adiposo sottocutaneo aumenta.
Nel caso di una gravidanza gemellare, a partire dalla 30 settimana la crescita inizia a cambiare rispetto a una gestazione singola. I bambini infatti dovranno dividere lo spazio e le risorse, il loro peso potrebbe essere inferiore rispetto a quello di feto di una gravidanza singola.
In basso sono riportate foto di un feto a 30 settimane di gravidanza tratte da ecografie.
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30 settimane gravidanza: esami da fare
In questa fase della dolce attesa, precisamente tra la 30 e la 32 settimana di gravidanza, verrà effettuata l’ecografia di accrescimento. Si tratta in genere dell’ultima ecografia da effettuare e questo esame indagherà la crescita fetale. Nello specifico l’ecografia a 30 settimane analizzerà:
- la placenta;
- la quantità di liquido amniotico;
- la posizione del feto (podalico o cefalico);
- eventuali anomalie negli organi interni del feto.
Oltre all’ecografia della 30 settimana di gravidanza il medico prescriverà anche:
- esami del sangue con emocromo e ferritina;
- esame completo delle urine.
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Partorire a 30 settimane
Dopo aver scoperto la lunghezza e il peso del feto a 30 settimane ecco qualche informazione sul parto prematuro a 30 settimane le cui probabilità aumentano nel caso di una gravidanza gemellare. In Italia 32 mila neonati, il 7%, nascono pretermine, ossia prima della 37° settimana. Un neonato che nasce prima delle 28-30 settimane viene definito early preterm, prematuro grave, e esistono dei fattori di rischio che possono causare il parto anticipato, ecco quali:
- avere già avuto un parto pre termine in passato o aver avuto due gravidanze ravvicinate;
- avere anomalie dell’utero;
- essere in sovrappeso o sottopeso;
- avere meno di 17 anni o più di 38.
- soffrire di diabete, ipertensione oppure sviluppare la preeclampsia in gravidanza;
- sviluppare infezioni durante la gravidanza, all’utero o alle vie urinarie;
- aspettare un bambino con qualche malformazione;
- avere una rottura prematura delle membrane;
- avere uno stile di vita sbagliato, consumare alcolici o fumare;
- aver effettuato una fecondazione in vitro;
- portare avanti una gravidanza gemellare.
Inoltre per quanto riguarda il parto prematuro i sintomi sono:
- contrazioni intense e ravvicinate;
- perdite di sangue;
- crampi forti;
- senso di pressione nella zona pelvica.
Il parto a 30 settimane sottopone il neonato ad alcuni rischi. I bambini nati a 30 settimane saranno più fragili e potrebbero avere delle complicazioni a livello respiratorio, del sistema immunitario e dell’apparato intestinale.
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30 settimana gravidanza: i video
Dopo aver scoperto cosa vuol dire nascere a 30 settimane di gravidanza, ecco una serie di video con approfondimenti sul parto pretermine e tanti consigli su questa fase della dolce attesa. In basso è illustrata anche un’ecografia di accrescimento, e riportato un approfondimento sulla 30 settimana di una gravidanza gemellare.
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Trentesima settimana gravidanza: il papà
Con la fine del 7 mese di gravidanza anche il ruolo del papà diventerà centrale. In previsione del parto possono iniziare a valutare il percorso migliore da fare per arrivare in ospedale nel momento del travaglio. I futuri papà possono calcolare il tempo necessario per arrivare nella struttura ospedaliera scelta e valutare eventuali scorciatoie o strade da preferire. Non resta che mettersi al volante!
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Trenta settimane di gravidanza: curiosità
Non tutti sanno che negli ultimi anni sembrerebbe essere ritornato in voga il parto in casa. Nel 2014 il Ministero della salute ha certificato che 500 bambini sono nati proprio tra le mura domestiche. Per partorire in casa occorrono però dei requisiti importanti:
- la presenza di un ospedale nelle vicinanze a cui rivolgersi in caso di complicazioni;
- l’assistenza in casa da parte di ostetriche specializzate;
- la verifica delle ottime condizioni di salute della futura mamma.
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