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Alimentazione Gravidanza

Vongole in gravidanza

Durante il periodo estivo è frequente avere voglia di spaghetti con le vongole. Tuttavia, la futura mamma si dovrebbe chiedere: le vongole si possono mangiare in gravidanza? Vediamo insieme come comportarsi davanti a un bel primo piatto di vongole in gravidanza.

Vongole e gravidanza

La dolce attesa è un periodo in cui le future mamme si pongono moltissime domande riguardo all’alimentazione. Infatti, alcuni cibi prima innocui, possono ora essere nocivi per il bambino e rischiano di portare effetti indesiderati anche alla gestante.
Come se non bastasse, i gusti della mamma cambiano e alcuni alimenti prima non desiderati, diventano una vera e propria fissa. Tra questi si possono nominare gli spaghetti alle vongole in gravidanza, per molte donne una tentazione irresistibile.
Cerchiamo però di capire meglio se le vongole si possono mangiare in gravidanza e, in un discorso più ampio, se sono ammessi anche i crostacei e i molluschi in gravidanza.

Arselle o vongole: proprietà

L’alimentazione in gravidanza deve essere il più possibile varia ed equilibrata. Si consiglia sempre di mettere in tavola una grande quantità di frutta e verdura ben lavata. Oltre a ciò, è bene consumare pesce fresco, una giusta porzione di carboidrati e carne bianca. In particolare, parlando di pesci in gravidanza, le vongole sono ricche di proprietà nutritive tra le quali è bene considerare l’alto valore di potassio e calcio. In aggiunta, tutti i tipi di vongole fanno parte dei cosiddetti pesci magri poiché hanno un basso apporto energetico. Da non dimenticare l’importante presenza dello iodio che è fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide. La vitamina B12 inoltre, presente nelle vongole, è importantissima per lo sviluppo del bambino oltre che la vitamina D necessaria per la formazione dello scheletro. In commercio esistono differenti tipi di vongole ma, per quanto riguarda il territorio italiano, si può scegliere principalmente tra la vongola adriatica, la vongola filippina e quella più conosciuta: la vongola verace. Tuttavia, sebbene le vongole siano ricche di proprietà benefiche per la mamma, non deve passare inosservato che la loro funzione principale che è quella filtro: trattengono gli elementi indesiderati e gli scarti presenti nell’acqua marina. Dunque, assolvono la funzione di serbatoio all’interno del quale si potrebbero trovare elementi non tollerati dalla donna in gravidanza e dal feto.

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Cozze e vongole in gravidanza

Questi due frutti di mare sono spesso abbinati insieme nei primi piatti. Bisogna anche chiedersi se è permesso mangiare le cozze in gravidanza. Innanzitutto va messo in chiaro che sono ammesse solamente le vongole cotte in gravidanza e non si consiglia mai un consumo a crudo.
Questo perché potrebbe essere molto pericoloso per la corretta prosecuzione della gravidanza. Infatti ci potrebbe essere il rischio che la donna prenda un’infezione dovuta a un parassita presente nel pesce crudo, che complicherebbe la sua condizione e quella del feto. In caso di intossicazione, non solo la mamma non starebbe bene, ma le conseguenze per il piccolo sarebbero davvero devastanti. Infatti, si potrebbe incorrere in aborto, parto prematuro e morte intrauterina. Da non dimenticare che nelle vongole crude possono trovarsi batteri che muoiono con la cottura. Se consumate crude in gravidanza, la mamma può anche prendere una gastroenterite particolarmente importante tanto da portare a disidratazione, scarsa crescita fetale e rallentamento del peso del bambino.
Detto ciò, questo vale anche per le cozze e per i molluschi in gravidanza che devono sempre essere precedentemente passati in padella per almeno cinque minuti abbondanti a fuoco vivace. Pertanto, la pasta con le vongole in gravidanza è ammessa a patto che il pesce sia fresco e ben cotto. Si consiglia quindi di recarsi presso il proprio ristorante di fiducia e, in ogni caso è bene mantenere un consumo limitato, senza esagerazioni.
Quindi, le vongole e le cozze cotte in gravidanza sono ammesse ma in quantità comunque limitata e con un’ottima cottura.
Una porzione perfetta di vongole con il guscio si aggira intorno ai 200 grammi, massimo 400. La parte edibile sarà quindi circa 50/100 grammi. Infine, è anche bene tenere in conto che, oltre al pericolo riguardante il consumo di vongole poco cotte, il sodio presente in questi frutti di mare potrebbe aggravare l’ipertensione gravidica, condizione frequente in dolce attesa. Detto ciò, è fondamentale attenersi alla dose raccomandata di vongole e non consumare (o riutilizzare) la loro acqua di cottura.

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Vongole surgelate in gravidanza

Il discorso delle vongole surgelate in gravidanza è completamente differente da quello antecedente, perché queste sono state precedentemente abbattute e portate a una temperatura di congelamento.
Questo passaggio ha permesso di eliminare qualsiasi batterio nocivo. Infatti, si può dire con certezza che gli spaghetti con le vongole in gravidanza in cui la materia prima è surgelata sono sicuri per la donna in dolce attesa e non esiste un limite di consumo (ovviamente deve prevalere sempre il buon senso).
Tuttavia attenzione sempre a seguire la corretta procedura di scongelamento e una volta cotte vongole e cozze, consumare subito il prodotto buttando via quello avanzato. Sebbene sia stato detto che le vongole sono a basso contenuto calorico , bisogna sapere che sono ricche di colesterolo e non sono particolarmente facili da digerire. Questo può essere un punto a sfavore per le donne in gravidanza perché aumenterebbero anche le possibilità di reflusso.

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Crostacei e molluschi in gravidanza

Se invece delle arselle in gravidanza la mamma avesse voglia di crostacei e molluschi? I molluschi in gravidanza sono da evitare o no? Le voci in merito sono anche in questo caso discordanti: sicuramente, anche i crostacei, così come i molluschi, non vanno assolutamente consumati crudi in gravidanza. Ricordiamo che i principali crostacei e molluschi da non consumare crudi sono i gamberi, i gamberetti, gli astici, le aragoste, i granchi, le ostriche, le cozze, le vongole, i cannolicchi e i lupini in gravidanza.
Infatti, è valido il discorso precedente delle cozze e delle vongole: questi frutti di mare possono portare a un’intossicazione che viene passata anche al bambino in grembo. Pertanto, per chi proprio non riuscisse a rimandare l’assunzione di crostacei durante i nove mesi, è importante far cuocere bene il pesce e conservarlo sempre in maniera perfetta.
Nel video seguente, parla la dottoressa Maria Chiaramelli, direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria. Vengono qui elencati i rischi per il feto di un’assunzione di crostacei e molluschi crudi in gravidanza:

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Alimenti da evitare in gravidanza e cosa si può mangiare in gravidanza

Oltre alle cozze e alle vongole crude in gravidanza e ai crostacei e ai molluschi crudi o poco cotti, vediamo cosa non mangiare in gravidanza. Infatti, sono sconsigliati anche molti pesci, anche se ben cotti, perché in realtà contengono un grosso quantitativo di mercurio, che sarebbe dannoso per il feto. Tra i cibi da evitare in gravidanza ci sono quindi il pesce spada, il tonno, lo squalo, il martin e il salmone affumicato (perché affumicato a crudo).
In aggiunta a ciò, vanno eliminati la carne cruda, il prosciutto crudo, il salame e la pancetta, in presenza di negatività alla toxoplasmosi. Attenzione anche ai formaggi erborinati come il gorgonzola, il roquefort, il camembert e il brie. Cosa si può magiare in gravidanza? Anche per tutte coloro che devono far attenzione a non contrarre la toxoplasmosi in gravidanza, la frutta e la verdura cruda, ben lavata, va mangiata tutti i giorni per il benessere della mamma e del bambino. Si consiglia anche carne bianca ben cotta come petto di pollo e tacchino. Formaggi magri come ricotta, mozzarella, primo sale, robiola e poi uova e cereali. Come si può vedere dall’immagine seguente, i rischi legati al consumo di frutti di mare crudi sono diversi.
In particolare, parlando di vongole in gravidanza, esistono rischi legati ai parassiti, ai batteri, ai fattori inquinanti e ai virus.
I parassiti portano principalmente disturbi intestinali, ma se si è visto che qualche ceppo isolato è risultato presente nel Toxoplasma, dannosissimo per il feto. I batteri, inoltre, sono molto presenti nelle vongole. Salmonella ed Escherichia Coli sono i più pericolosi per la mamma (e per il feto, in quanto portano ritardo d’accrescimento nel feto). Tra i fattori inquinanti si sottolineano il mercurio e il piombo, in grado di danneggiare gravemente il feto. Infine, parlando di virus si tiene in considerazione l’epatite A, trasmissibile al bambino durante il parto. 

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Vongole in allattamento

Il tema allattamento è sempre un discorso a parte, poiché in realtà sono ammessi tutti gli alimenti. Dunque via libera alle vongole in allattamento. Il latte materno è un emoderivato, ovvero significa che ha origine dal sangue materno dove si trovano le sostanze nutritive utili alla crescita del bambino.
Pertanto, non ha importanza se la mamma mangia le vongole in allattamento o il salame piccante perché in realtà passano solamente proteine, vitamine, grassi, sali minerali, ecc.
Tuttavia può accadere che i neonati siano sensibili a particolare proteine e manifestino queste intolleranze con crampi e coliche gassose. Se la mamma si accorge che quando mangia le vongole in allattamento il bambino è più nervoso, allora forse è bene limitare tale alimento.
In conclusione, per quanto riguarda l’allattamento non esiste una regola precisa poiché ogni mamma si regola in maniera differente anche in base alle caratteristiche proprie del bambino.

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