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Alimentazione Gravidanza

Coca-Cola in gravidanza: perché no?

La Coca-Cola è la regina delle tante bibite gassate presenti sul mercato. È risaputo che non sono il massimo per la dieta, ma per quanto riguarda la gravidanza, la Coca-Cola si può bere o fa male? Vediamo insieme cosa bere in gravidanza.

Si può bere Coca-Cola in gravidanza?

Si sa che le bevande gassate in gravidanza (ed in generale) non sono propriamente indicate in quanto non sono affatto salutari. Tutto quello che assumiamo è trasmesso al feto, quindi non c’è momento migliore della gravidanza per rivedere le proprie abitudini alimentari.
Sappiamo bene che gli alcolici in gravidanza sono banditi, ma la Coca-Cola fa male in gravidanza? Sicuramente non fa bene, ma un consumo sporadico e limitato non ha conseguenze!
Ci sono però alcune cose sul discorso Coca-Cola e gravidanza che è meglio sapere. Scopriamo quali.

Coca-Cola e gravidanza: zuccheri e caffeina

Bere troppa Coca-Cola in gravidanza comporta diversi rischi: tra i più rilevanti, come emerso da studio nordeuropeo, l’aumento delle probabilità di parto prematuro.
In più, le bibite gassate e zuccherate vanno limitate specialmente durante la gestazione per evitare l’insorgere del diabete gestazionale (e tutte le sue conseguenze).
Infatti, queste bevande contengono zuccheri e dolcificanti artificiali come aspartame e fenilalanina, che provocano problemi di salute, anche a carico del sistema cardiovascolare.
Per quanto riguarda l’aspartame in gravidanza, il tema sulla sua nocività è ancora molto dibattuto. Certamente se bere Coca-Cola in gravidanza è un piccolo strappo alla regola, e non certo un’abitudine, non ci sono problemi. In ogni caso, per verificare la presenza di aspartame basta cercare tra gli ingredienti la dicitura “E-951”.
Infine, sempre in relazione al contenuto di zuccheri, una delle conseguenze più note del bere la Coca-Cola in gravidanza è l’aumento di peso e la difficoltà nel perdere peso.
Se l’obiettivo è quindi quello limitare gli zuccheri, meglio bere Coca-Cola Zero in gravidanza.
Per quanto riguarda la caffeina, invece, bevendo quantità moderate di Coca-Cola in gravidanza non ci sono conseguenze o rischi. Comunque sia, si può bere Coca-Cola senza caffeina in gravidanza per sicurezza!
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Coca-Cola e nausea gravidica

Spesso si dice che la Coca-Cola fa bene alle future mamme in caso di nausea o di acidità di stomaco. In effetti, in parte la Coca-Cola fa digerire per via del suo pH acido (circa 2,4), potrebbe essere di aiuto in caso di lievi difficoltà digestive. Un consumo eccessivo, al contrario, stimola la produzione di acidi gastrici e quindi acuisce mal di stomaco, acidità e reflusso gastro-esofageo. Che la Coca-Cola faccia digerire, quindi, è molto soggettivo. Usare la Coca-Cola per digerire, quindi, è un rimedio che, almeno in gravidanza, sarebbe meglio evitare.
Diverso il discorso su nausea e Coca-Cola. La nausea gravidica è infatti causata da un ormone (gonadotropina corionica) e da alcuni fattori biologici che gli scienziati stanno ancora studiando. Probabilmente la nausea è un meccanismo di difesa per il feto, in quanto alcuni studi hanno evidenziato come le donne che ne soffrono corrono minori rischi di aborto nel primo trimestre.
Anche in questo caso, bere Coca-Cola ha un effetto molto soggettivo. Idem per quanto riguarda Coca-Cola e vomito. Sembrerebbe che bere bibite gassate in gravidanza aiuterebbe a combattere il vomito, ma non ci sono evidenze scientifiche a supporto di questa tesi.
Una cosa è certa: se vi chiedete “Posso bere Coca-Cola in gravidanza contro la nausea e il vomito?” la risposta è: sono molto più efficaci spremute e succhi di frutta senza zuccheri aggiunti.
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Altre conseguenze della Coca-Cola

Oltre all’aumento di peso e alle conseguenze su mamma e feto, forse non tutti sanno che ci sono anche conseguenze più “visibili”. L’acidità delle bevande gassate zuccherate, infatti, danneggia lo smalto dei nostri denti, e a lungo andare li rende più gialli.
Per questo motivo, i dentisti sconsigliano di lavarsi i denti subito dopo aver bevuto Coca-Cola e simili, proprio perché si rischia di assottigliare ulteriormente lo smalto con lo sfregamento e l’acido della bevanda.
In più, come detto, è noto che il consumo eccessivo di bibite gassate a lungo andare aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e obesità.
In particolare, uno studio condotto da alcuni centri di ricerca europei ha messo in evidenza il nesso tra obesità e bevande zuccherate, sia nei bambini che negli adulti. È emerso che il consumo di queste bibite è associato all’insorgenza di sovrappeso e obesità, ed è particolarmente rischioso per i bambini.
Se quindi volete limitare il consumo di Coca-Cola o Coca-Cola zero, in gravidanza anche per il resto della famiglia, ma ne avete ancora un po’ a casa, ecco 1000 usi possibili (tranne che berla, ovviamente!):

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La storia della Coca-Cola

Ma come è nata la Coca-Cola? Quella che conosciamo oggi, è una “rivisitazione” della Coca Wine, una bevanda creata nel 1863 dal chimico francese Angelo Mariano. La bevanda era a base di foglie di coca peruviane macerate nel vino e poi nel cognac.
Il mix di coca e alcool dava un effetto eccitante che amplificava quello dei singoli componenti.
Alla fine dell’800 questa ricetta, anche detta Vin Mariani, venne ripresa negli Stati Uniti. Nel 1886, il farmacista americano John Stith Pemberton, infatti, ne creò una sua versione che battezzò come “Pemberton’s French Wine Coca”.
Successivamente, anche a causa del proibizionismo, ne venne prodotta una versione in cui l’alcol venne sostituito da estratto delle noci di cola, una pianta tropicale. Dall’unione dei due ingredienti, foglie di coca e noci di cola, nacque il nome con cui la conosciamo ancora oggi.
Il successo della Coca-Cola arrivò negli anni ’20, insieme alla distribuzione su larga scala. In Italia la Coca-Cola è presente dal 1927, mentre dal 1960 è disponibile la prima Coca-Cola in lattina e dal 1980 quella in bottiglia di plastica (PET).
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