Scioglilingua veneti frase
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Scioglilingua veneti: 43 frasi in dialetto veneto

Di seguito abbiamo raccolto tantissime frasi in dialetto veneto. Filastrocche, scioglilingua veneti divertenti da condividere sui social o leggere insieme agli amici, per mettere alla prova la propria scioltezza con questo dialetto, senza troppi strafalcioni!

Scioglilingua veneti: frasi divertenti da condividere

Ogni dialetto ha le sue caratteristiche, alcuni sono più musicali di altri, alcuni (come il napoletano) sono facilmente riconoscibili, altri come il toscano hanno segni distintivi, come la gorgia, la famosa h aspirata. E il veneto? Per farti conoscere meglio questo particolare dialetto abbiamo raccolto di seguito tantissimi scioglilingua veneti, frasi divertenti che metteranno alla prova anche la lingua dei veneti doc!

Frasi in veneto raccolti in scioglilingua

Nella nostra raccolta di scioglilingua veneti abbiamo inserito tante frasi divertenti ma soprattutto filastrocche venete, detti antichi, tutti con accanto la loro traduzione in italiano, dato che alcuni sono davvero di difficile comprensione. Inoltre se sei curioso di conoscere altri scioglilingua, abbiamo realizzato articoli dedicati a diverse frasi, ti basterà scegliere quello che ti incuriosisce raccolti alla fine dell’articolo.

La dona va sogèta a quatro malatie a l’anno, e ognuna dura tre mesi.
(La donna ha quattro malattie all’anno e ognuna dura tre mesi.)

Amor novo va e vien, amor veccio se mantien.
(L’amore nuovo va viene mentre quello vecchio rimane.)

A pagar e a morir, gh’è sempre tempo.
(Per pagare e per morire c’è sempre tempo.)

Bruti in fasse, bei in strasse.
(Brutti appena nati, belli da grandi.)

Al’amigo pèlighe ‘l figo, al nemigo ‘l persego.
(All’amico pela il fico e al nemico la pesca.)

A chi nasse sfortunai, ghe piove sul cul a star sentai.
(A quelli che nascono sfortunati, gli “piove sul sedere” perfino se stanno seduti.)

Le done ghe ne sa una carta più del diavolo.
(Le donne ne sanno una più del diavolo.)

Per done, cani e aqua, i omeni se mazza.
(Per donne, cani e acqua gli uomini si ammazzano.)

I gai gai gai i gà igà i gai gai gai.
(I gai galli della Gallia hanno legato i gai galli della Gallia.)

Amor veccio non fa ruzene.
(Amor vecchio non fa ruggine.)

Amor fa amor e crudeltà consuma amor.
(L’amore crea amore e la crudeltà consuma l’amore.)

A dona che pianze, caval che sua, e ebreo che zura, no crederghe.
(Non credere alla donna che piange, al cavallo che suda e all’ebreo che giura.)

Amor no porta rispeto a nesun.
(L’amore non porta rispetto a nessuno.)

Chi fa un prete, fa un lovo; chi fa un frate, fa un cogion.
(Chi fa un prete fa un lupo, chi fa un frate fa un coglione.)

Amor che nasse in malatia, quando se guarisse el passa via.
(L’amore che nasce durante una malattia, finisce con la guarigione.)

Chi desfa bosco e desfa pra’, se fa dano e non lo sa.
(Chi distrugge boschi e prati, senza saperlo fa del danno a se stesso.)

Amor xe orbo.
(L’amore è cieco.)

Ceriola nevegarola, de l’inverno semo fora, Ceriola solarola, ne l’inverno semo ancora.
(Se nevica alla Ceriola (corrisponde al 2 febbraio) l’inverno finisce, ma se c’è il sole l’inverno dura più a lungo.)

I preti fa boger la pignata co le fiame del Purgatorio.
(I preti fanno bollire la pentola con le fiamme del Purgatorio.)

Megio fruar scarpe che nizioi.
(Meglio logarare le scarpe che le lenzuola.)

Scioglilingua veneti
Sole de vero e aria de fessura, manda l’omo in sepoltura. (Prendere il sole attraverso il vetro, e l’aria dalle fessure fa morire l’uomo.)

Lagrime di donna, fontana di malizia.
(Lacrime di donna, fontana di malizia.)

A lavar la testa a l’aseno, se perde lissia e saon.
(A lavare la testa a un asino si spreca liscìvia e sapone.)

A oselo ingordo ghe crepa ‘l gosso.
(All’uccello ingordo gli crepa il gozzo.)

L’amor de carneval mor in quaresema.
(L’amore nato a carnevale finisce alla quaresima.)

Ti che te tacchi i tacchi, tacame i tacchi a mi; mi no che non te tacco i tacchi a ti, tacate ti i to tacchi, ti che te tacchi i tacchi.
(Te che attacchi i tacchi, attaccami i tacchi me; io no che non ti attacco i tacchi a te, attaccati te i tuoi tacchi, te che attacchi i tacchi.)

Bei in fasse, brutti in strazze.
(Belli appena nati, brutti da grandi.)

D’amor el gusto e ‘l fogo de paglia, xe de l’istessa tagia.
(Il gusto dell’amore e il fuoco di paglia sono della stessa taglia.)

Se piove ‘l dì de la Senza, el boaro perde la semenza.
(Se piove alla domenica dell’Ascensione, il boaro perde le sementi.)

Amor de fradelo, amor da cortelo.
(Amore di fratello è amore “da coltello”.)

El bianco e ‘l rosso va e vien, e ‘l zalo se mantien.
(Il bianco e il rosso vanno e vengono ma il giallo si mantiene.)

La morte del lovo xe la salute de la piegora.
(La morte del lupo è la salute della pecora.)

Da un segna’ da Dio tre passi indrio, e dal zoto starghene oto.
(Dalle persone segnate da Dio stanne a tre passi indietro, e dallo zoppo stanne ad otto.)

L’amor no pol star sconto.
(L’amore non può essere nascosto.)

La dona ga più rici che cervelo.
(La donna ha più ricci che cervello.)

Fala anca el prete a dir messa.
(Sbaglia anche il prete a dir messa.)

Carta canta, vilan dormi.
(Quel che è scritto è quel che vale, mentre il contadino -che normalmente non sapeva scrivere- dorme.)

Pan e nose magnar da Dose.
(Pane e noci mangiare da Doge.)

Amor no fa bogher la pignata.
(L’amore non fa bollire la pentola.)

Quando ‘l sol insaca Dioba, no gh’è Domenega che piove.
(Quando il sole tramonta tra le nubi il giovedì, pioverà entro domenica.)

I omeni i xe come i copi, i sè dà da bevare uno co l’altro.
(Gli uomini sono come le tegole, si danno da bere l’un con l’altro.)

Amor me fa portare le calze mole.
(L’amore mi fa portare le calze flosce.)

Scioglilingua veneti frasi
Tacai a un ciodo ma vivi. (Attaccati a un chiodo ma vivi.)

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