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Frasi d'amore

Oriana Fallaci: 202 frasi, pensieri e immagini di una grande personalità femminile del XX secolo

Oriana Fallaci è stata un’apprezzata giornalista e scrittrice italiana, famosa per il suo temperamento forte e un carattere che restava fedele ai suoi ideali. In questo articolo abbiamo selezionato per voi tante frasi per scoprire le diverse sfaccettature della sua complessa personalità.

Frasi Oriana Fallaci, una delle donne più note del mondo

Apprezzata giornalista, Oriana Fallaci divenne, nel corso degli anni, una vera e propria icona, grazie ad un carattere incisivo e indipendente, che sembrava non temere nulla. Ne sono un esempio il suo giornalismo attivo nei luoghi di guerra, le sue lunghe interviste, talvolta anche aggressive, con personalità di spicco, il suo schierarsi sostenendo sempre la propria opinione, anche al costo di risultare impopolare. Di seguito abbiamo selezionato le migliori frasi di Oriana Fallaci: aforismi su temi molto diversi tra loro come le frasi di Oriana Fallaci sull’amore, sulle donne, e tanti altri pensieri tratti dai libri scritti durante la sua carriera. Infine tante immagini con le citazioni di Oriana Fallaci da poter condividere sui social.

Oriana Fallaci: citazioni da leggere e condividere

Oriana Fallaci era una figura affascinante, convinta di potere chiedere e dire qualsiasi cosa e lo fece, senza alcuna remora, in vari scritti, tradotti in diverse lingue e ancora adesso letti e apprezzati. Riuscì ad entrare nel mondo del giornalismo, che negli anni 60 era ancora precluso alle donne, portando alla luce tutti gli aspetti personali dell’intervistato e svelando le parole e le sensazioni non dette. Le personalità mondiali di spicco con cui si interfacciò, si è sostenuto, difficilmente potessero dirle di no. Tra questi ricordiamo Indira Ghandi, Yasir Arafat, leader palestinese, Kissinger, segretario del presidente Nixon, l’Ayatollah Khomeini, con cui ebbe persino uno scontro. Ecco per voi una serie di aforismi di Oriana Fallaci: frasi celebri, che aiuteranno a comprendere le varie sfaccettature di una personalità complessa come quella della giornalista.

Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.

Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.

In Italia si parla di diritti e mai di doveri. In Italia si finge di ignorare o si ignora che ogni diritto comporta un dovere, che chi non compie il proprio dovere non merita alcun diritto.

Ciò che egli cercava, che ogni creatura degna d’essere nata dovrebbe cercare, non esiste. È un sogno che si chiama libertà, che si chiama giustizia.

La gente fa sempre così. Rimpiange il passato come se il passato equivalesse al concetto del bene e odia il presente come se il presente equivalesse al concetto del male: volutamente ignorando che nel passato facevano lo stesso.

Ogni oggetto sopravvissuto al passato è prezioso perché porta in sé un’illusione di eternità. Perché rappresenta una vittoria sul tempo che logora e appassisce e uccide, una sconfitta della morte.

La libertà scissa dalla giustizia è una mezza libertà, che difendere la propria libertà e basta è un’offesa alla giustizia.

Quando sei in casa altrui devi accettare le regole di chi ti ospita, scoprire in quale misura ti vuole o non ti vuole, prevenirne le ostilità, scendere a patti con esse.

Il futuro è un’ipotesi, una congettura, una supposizione, cioè una non-realtà. Tutt’al più, una speranza alla quale tentiamo di dar corpo coi sogni e le fantasie.

Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre.

E piangendo bestemmiando soffrendo noi possiamo solo rincorrerlo dicendo a noi stessi che quando una cosa non esiste la si inventa. Non abbiamo fatto lo stesso con Dio? Non è forse il destino degli uomini quello di inventare ciò che non esiste e battersi per un sogno?

Non chiedere chi ha vinto: non ha vinto nessuno. Non chiedere chi ha perso: non ha perso nessuno. Non chiedere a cosa ha servito: non ha servito a nulla. Fuorché ad eliminare cinquemila creature fra i diciotto e i trent’anni.

Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo.

Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l’arsenico nella finestra è contro ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro ragione.

Come un legno che va alla deriva, incapace d’opporsi alla corrente del fiume, ignaro se l’acqua lo scaglierà sulla sponda o lo trascinerà fino al mare, così me ne andavo nella tua esistenza durante quell’autunno.

Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.

La Patria non è un’opinione. O una bandiera e basta. La Patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. È un legame che non si può estirpare come un pelo inopportuno.

Risponderò in stile minigonna, cioè in modo abbastanza lungo da coprire l’argomento e abbastanza breve da renderlo interessante.

Se tu fossi stato con me t’avrei chiesto scusa. Oppure aiuto. Invece non c’eri; incredibile come gli altri manchino sempre nei momenti in cui se ne ha bisogno; passi giorni, mesi, anni interi con qualcuno a cui non hai da dir nulla e nel momento in cui hai da dirgli qualcosa, magari scusami, aiuto, lui non c’è e tu sei solo.

Nella vita e nella storia vi sono casi in cui non è lecito avere paura.

Io sono qui per spiegare quanto è ipocrita il mondo che si esalta per un chirurgo che sostituisce un cuore con un altro cuore, e poi accetta che migliaia di creature giovani, col cuore a posto, vengano mandati a morire, come vacche al macello, per la bandiera.

Che senso ha rispettare chi non rispetta noi? Che senso ha difendere la loro cultura o presunta cultura quando essi disprezzano la nostra?

La lobotomia è una castrazione mentale.

La morte è una ladra che non si presenta mai di sorpresa.

La vita non è uno spettacolo muto o in bianco e nero. È un arcobaleno inesauribile di colori, un concerto interminabile di rumori, un caos fantasmagorico di voci e di volti, di creature le cui azioni si intrecciano o si sovrappongono per tessere la catena di eventi che determinano il nostro personale destino.

Nella vita e nella storia vi sono casi in cui non è lecito avere paura. Casi in cui aver paura è immorale e incivile.

Nessuno mi ha ancora detto perché uccidere per rapina è peccato, uccidere perché hai un’uniforme è glorioso.

Niente è indegno quando il fine è degno.

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Non ho capito chi dice che la morte è normale, la morte è logica, tutto finisce quindi anch’io finirò. Io ho sempre pensato che la morte è ingiusta, la morte è illogica, e non dovremmo morire dal momento che si nasce.

Ogni nostro gesto è un atto di guerra. Ogni nostra azione quotidiana è una forma di guerra che esercitiamo contro qualcuno o qualcosa.

Ogni persona libera, ogni giornalista libero, deve essere pronto a riconoscere la verità ovunque essa sia. E se non lo fa è nell’ordine: un imbecille, un disonesto, un fanatico.

Ove c’è raziocinio c’è scelta, ove c’è scelta c’è libertà.

Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione.

Rifiuto di rinunciare a me stesso e rassegnarmi. Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire, ed io non voglio essere morto prima di morire. Non voglio morire da morto! Voglio morire da vivo!

Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato.

Si è sempre affascinati dal vuoto. Più è fondo, più è buio, più esso ci attrae: un misterioso richiamo d’amore.

Un figlio appena nato è un mestiere che non lascia respiro.

Vivere è molto difficile, morire è sempre un dispiacere, e il concetto d’un Dio che aiuta ad affrontare le due imprese può dare un sollievo infinito: lo capisco bene.

È bello fuggire se ti sembra giusto e lo vuoi: mentre chiudi la porta alle spalle ti senti più vivo, la strada è sempre prateria sconfinata e il treno, è una lunga promessa. Ma quando il treno si muove, il vagone diventa una gabbia senz’aria, il domani un tunnel che ti condurrà chissà dove.

È una bestia che sta sempre in agguato, la viltà. Ci morde tutti, ogni giorno, e son pochi coloro che non si lasciano sbranare da lei.

È un Paese così diviso, l’Italia. Così fazioso, così avvelenato dalle sue mascherine tribali! Si odiano anche all’interno dei partiti, in Italia. Non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo.

Agli uomini non interessa né la verità, né la libertà, né la giustizia. Sono cose scomode e gli uomini si trovano comodi nella bugia e nella schiavitù e nell’ingiustizia. Ci si rotolano come maiali.

Chi ama la vita è sempre con il fucile alla finestra per difendere la vita.

Chi subisce la lobotomia smette di pensare ciò che potrebbe pensare, diventa docile strumento nella mani di chi pensa per lui. E se chi pensa per lui è a sua volta lobotomizzato, buonanotte al secchio.

Chiunque muoia per un miraggio si merita un buon funerale.

Esiste un’unica rivoluzione possibile che si fa da soli, quella che avviene nell’individuo, che si sviluppa in lui con lentezza, con pazienza, con disubbidienza!

La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.

La guerra non è una maledizione insita nella nostra natura: è una maledizione insita nella vita. Non ci si sottrae alla guerra perché la guerra fa parte della vita.

La felicità è un oblio che dura una settimana.

L’intelligenza non ha confini, riesce sempre a penetrare il muro dell’idiozia.

L’estrema punizione per chi cerca mondi migliori è il niente.

L’amara scoperta che Dio non esiste ha ucciso la parola destino. Ma negare il destino è arroganza, affermare che noi siamo gli unici artefici della nostra esistenza è follia.

Il vero potere non ha bisogno di tracotanza, barba lunga, vocione che abbaia. Il vero potere ti strozza con nastri di seta, garbo, intelligenza.

L’abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.

L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d’averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata, ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.

Il fanatismo è il primo nemico della libertà di pensiero. E a questo credo io mi piegherò sempre, per questo credo io pagherò sempre: ignorando orgogliosamente chi non capisce o chi per i suoi interessi e le sue ideologie finge di non capire.

Il futuro è un’ipotesi, una congettura, una supposizione, cioè una non-realtà. Tutt’al più, una speranza alla quale tentiamo di dar corpo coi sogni e le fantasie.

Il grande malanno del nostro tempo si chiama ideologia e i portatori del suo contagio sono gli intellettuali stupidi.

Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza.

Il coraggio è fatto di paura.

Il coraggio cieco e sordo e illuminato e suicida, che nasce dall’amore. Non ha confini il coraggio che nasce dall’amore e per amore si realizza. Non tiene conto di alcun pericolo, non ascolta nessuna forma di raziocinio. Pretende di muovere le montagne e spesso le muove.

Il fanatismo è il primo nemico della libertà di pensiero. E a questo credo io mi piegherò sempre, per questo credo io pagherò sempre: ignorando orgogliosamente chi non capisce o chi per i suoi interessi e le sue ideologie finge di non capire.

Il compito dello scrittore non è di esaltare il poco di bello che c’è: è di cercare il male, il brutto, e poi di denunciarlo. Il compito dell’uomo non è accontentarsi: è ribellarsi. Solo attraverso la ribellione si può cercare la verità.

Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare.

I mediocri del Polically Correct negano sempre il merito. Sostituiscono sempre la qualità con la quantità.

Esiste un’unica rivoluzione possibile ed è quella che si fa da soli, quella che avviene nell’individuo, che si sviluppa in lui con lentezza, con pazienza, con disubbidienza!

Io non scrivo per divertimento o per soldi. Scrivo per dovere.

Se ci fermassimo a considerare ciò che ha buon senso e ciò che non lo ha, ciò che è possibile e ciò che non lo è, la terra smetterebbe di girare. E la vita perderebbe il suo scopo.

La nostra logica è piena di contraddizioni. Appena affronti qualcosa, ne vedi il contrario. E magari ti accorgi che il contrario è valido tanto quanto ciò che affermavi.

Quello che avevo da dire l’ho detto. La rabbia e l’orgoglio me l’hanno ordinato. La coscienza pulita e l’età me l’hanno consentito. Ma ora devo rimettermi a lavorare, non voglio essere disturbata. Punto e basta.

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Oriana Fallaci: frasi sulle donne

Consapevole di muoversi in un mondo prettamente maschile, visse per tutta la vita come un uomo, libera di fare ciò che le pareva, senza scendere a patti con quello che la società si aspettava da lei in quanto donna. Più volte, infatti, difese i diritti delle donne descrivendo la loro condizione nel mondo, dalle spose bambine dell’Oriente alle donne emancipate dell’Occidente, che vivono con molti vantaggi, in carriera e sole. Secondo la Fallaci ogni distinzione di genere e guerra tra i sessi era perfettamente inutile poiché le donne sono essere intelligenti e brillanti, proprio come gli uomini, capaci di uscire dal ghetto che spesso loro stesse si erano create.
Troverete, di seguito, alcune frasi di Oriana Fallaci sulle donne, bellissimi aforismi e frasi sulla violenza sulle donne, tratte dai suoi scritti, sempre attuali.

La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.

Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico.

Molte donne si chiedono: mettere al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito e offeso, perché muoia ammazzato dalla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra.

Da un capo all’altro della terra le donne vivono in un modo sbagliato: o segregate come bestie in uno zoo, guardando il cielo e la gente da un lenzuolo che le avvolge come il sudario avvolge il cadavere, o scatenate come guerrieri ambiziosi, guadagnando medaglie nelle gare di tiro coi maschi.

Il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicare l’assassinio di un uomo e di una donna.

I problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, ma i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto d’essere donne.

Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. È solo un diritto fra tanti diritti.

Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai.

Essere donna è una scuola di sangue: tutti i mesi offriamo a noi stesse il suo spettacolo odioso.

Non esiste pappagallismo nei paesi dell’Islam. Il rispetto formale verso una donna è assoluto. Eppure, né in una moschea, né in un tranvai, né in un cinematografo, né a un ricevimento, le donne possono mischiarsi alla folla degli uomini

Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede di essere ascoltata.

Un popolo è fatto di uomini, donne, persone, ciascuna di queste persone ha il dovere di scegliere, di decidere per se stesse; e non si cessa di scegliere, di decidere, perché non si è né generali né ricchi né potenti.

C’è molto sole sui paesi dell’Islam: un sole bianco, violento che acceca. Ma le donne musulmane non lo vedono mai. I loro occhi sono abituati all’ombra come gli occhi delle talpe. Dal buio del ventre materno, esse passano al buio della casa paterna, da questa al buio della casa coniugale, da questa al buio della tomba.

Questa donna incredibile che governava su quasi mezzo milione di creature e che aveva addirittura vinto una guerra avversata dagli Stati Uniti e dalla Cina. Si diceva: nessuno riuscirà a cacciarla dal trono che, democraticamente, si è conquistata. Si diceva: continuerà vent’anni a essere il primo ministro dell’India e, poiché ha passato da qualche tempo la cinquantina, può restarvi tutta la vita. In fondo, era l’unica vera regina del nostro tempo.

Il grande ritornello che scuote le donne dell’intero globo terrestre si chiama Emancipazione e Progresso: ogni volta che sbarcavo in un nuovo paese mi trovavi dinanzi a queste due parolone e le donne se ne riempivano la bocca quasi si fosse trattato di un chewing-gum. Gliele abbiamo insegnate noi donne evolute, come a masticare chewing-gum, ma non gli abbiamo detto che il chewing-gum può fare male allo stomaco.

Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti se sostenere che se Dio esiste potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza.

Temo che dovrai abituarti a simili cose. Nel mondo in cui ti accingi a entrare, e malgrado i discorsi sui tempi che mutano, una donna che aspetta un figlio senza essere sposata è vista il più delle volte come una irresponsabile. Nel migliore dei casi, come una stravagante, una provocatrice. O un’eroina. Mai una mamma uguale alle altre.

A restare incinte, a morire partorendo e abortendo o non abortendo siamo noi donne, che vi piaccia o meno. Abbiamo sfidato per millenni il vostro inferno e lo faremo ancora.

Se nascerai uomo non dovrai temere d’essere violentato nel buio di una strada. Non dovrai servirti di un bel viso per essere accettato al primo sguardo, di un bel corpo per nascondere la tua intelligenza. Non subirai giudizi malvagi quando dormirai con chi ti piace.

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Tutte, risposi a Laureen, erano più o meno consapevolmente lanciate verso qualcosa che non può provocare che dolore, un dolore sempre complicato

Girando come Caino intorno alla luna, ero tornata in ogni senso al medesimo punto da cui ero partita. E in quel girare avevo seguito la marcia delle donne intorno a una cupa, stupidissima infelicità.

La donna americana incomincia a comandare l’uomo americano dal momento in cui egli apre gli occhi sul mondo al momento in cui li chiude per sempre.

Pensai che forse non avevamo capito abbastanza di queste donne un po’ misteriose perché non avevamo capito abbastanza dei loro uomini. Forse i loro uomini erano freddi, troppo esigenti, troppo incapaci di emozioni perché esse riuscissero ad essere perfette come dice il proverbio.

La notte era calda, fuggendo da loro ripensavo a Jamila, alle farfalle di ferro, alla donna che voleva bruciare sul rogo del proprio marito, alla maharani Jaipur tormentata dall’idea di sapermi nella sua camera da duecento rupie.

E non voleva credermi quando dicevo che le matriarche non sono necessariamente cattive, vivono solo in modo diverso dalle sue concubine: comandano i mariti come lui comanda le concubine, ecco tutto.

Non si può capire le cinesi di oggi se non si incomincia il discorso di quei piedi fasciati che ancora oggi si vedono nella Cina Rossa e ad Hong-Kong.

Le vere donne hawaiane non esistono più: come i pesci e gli uccelli.

L’uomo americano apprende d’essere una creatura inferiore quando è bambino e la mamma gli insegna a rispettar le bambine. Se ne convince quando diviene adulto e una ragazza lo sposa o gli ruba il posto in ufficio. La donna americana è un uomo.

Mia cara, le donne sono tutte uguali nel mondo, a qualsiasi razza o clima o religione appartengano, poiché è la natura umana che è uguale.

La paura che fanno le donne le quali, quando sono potenti, lo sono sempre più di un uomo potente.

D’un tratto con voce triste, esclamò: “Secondo me, le donne sono tutte uguali nel mondo”. Ma guarda. Anche la donna più saggia che avessi mai conosciuto mi aveva detto la medesima cosa su una collina di Delhi: “Mia cara, le donne sono tutte uguali nel mondo, a qualsiasi razza o clima appartengano, poiché è la natura umana che è uguale”.

In India impari ad amare le bestie perché le bestie sono dovunque, come le donne, e la gente rispetta le bestie e le donne.

Le donne indiane sono piene di contraddizioni come il paese che le ha generate. Fanno le leggi per ottenere il divorzio, ad esempio, e poi osservano la festa di Sita

Perché comunque per la donna, sia essa ricca o povera, potente o sottomessa, non c’è scampo all’infelicità.

Il padreterno fabbricò uomini e donne perché stessero insieme, e dal momento che ciò può essere piacevole, checché ne dicano certi deviazionisti, trattare le donne come se vivessero su un altro pianeta dove si riproducono per partenogenesi mi sembra privo di senso.

Per quanto possibile, evito sempre di scrivere sulle donne o sui problemi che riguardano le donne. Non so perché, la cosa mi mette a disagio, mi appare ridicola.

Scriva, per favore, che dalle rovine delle nostre città distrutte dal fuoco è nata una nuova generazione di donne e che queste donne non sono più un simbolo estetico o un oggetto grazioso, ma individui capaci di decidere il loro destino.

Le donne, in Giappone, sono le sole che hanno vinto la guerra.

Sembri un Ulisse che va ad espugnare le mura di Troia. Ma non sei Ulisse, sei Penelope. Lo vuoi capire, sì o no? Dovresti tessere la tela, non andare alla guerra. Lo vuoi capire, sì o no, che la donna non è un uomo?

Vi sono donne, nel mondo, che ancora oggi vivono dentro la nebbia fitta di un velo e più che un velo è un lenzuolo che le copre dalla testa ai piedi come un sudario: per nasconderle alla vista di chiunque non sia il marito, un bimbo o uno schiavo senza vigore.

Sono belle le bambine vietnamite, e quasi sempre diventano donne bellissime, e la bellezza non scomoda mai nella vita: fa perdonare perfino l’intelligenza.

Sono dunque le donne più infelici del mondo, queste donne col velo. E il paradosso è che non sanno di esserlo perché non sanno ciò che esiste al di là del lenzuolo che le imprigiona.

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Gli aforismi di Oriana Fallaci sull’amore

Da donna forte e indomita di fronte alle battaglie della vita, crollò spesso di fronte ai sentimenti e non fu immune all’amore e alla passione. Si innamorò di uomini che forse non erano alla sua altezza, spesso causa di delusioni, che la porteranno alla depressione e al tentato suicidio, finché conobbe Alekos Panagulis, il suo vero grande amore, maturo e tormentato. Egli era un poeta e attivista greco, a cui dedicò il romanzo “Un uomo”. Condivise con lui la lotta contro il regime dittatoriale in Grecia e, nonostante le continue liti, il loro fu un rapporto solido al di fuori di ogni schema. La profondità e, nello stesso tempo, la fragilità dei sentimenti di questa grande giornalista sono evidenti negli scritti di Oriana Fallaci, frasi d’amore  si incontrano con aforismi sulla delusione, due sfaccettature di questo sentimento che abbiamo qui riportato con le frasi celebri di Oriana Fallaci.

Non è vero che non credi all’amore. Ci credi tanto da straziarti perché ne vedi così poco e perché quello che vedi non è mai perfetto.

La vita ha quattro sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotte vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre.

Anche un’avventura sentimentale è un amore, comunque un impegno amoroso, un temporaneo legame in contrasto con la tua libertà.

Amare a vuoto è peccato mortale e regalarsi a qualcuno è delitto.

Parlo della gelosia che svuota le vene all’idea che l’essere amato penetri un corpo altrui, la gelosia che piega le gambe, toglie il sonno, distrugge il fegato, arrovella i pensieri, la gelosia che avvelena l’intelligenza con interrogativi sospetti, paure, e mortifica la dignità con indagini, lamenti, tranelli facendoti sentire derubato, ridicolo, trasformandoti in poliziotto inquisitore carceriere dell’essere amato.

Tra un uomo e una donna ciò che chiamano amore è una stagione. E se al suo sbocciare questa stagione è una festa di verde, al suo appassire è solo un mucchio di foglie marce.

È la vita. A volte credi che due occhi ti guardino e invece non ti vedono neanche. A volte credi d’aver trovato qualcuno che ceravi e invece non hai trovato nessuno. Succede. E se non succede, è un miracolo. Ma i miracoli non durano mai.

Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo.

Nulla minaccia la tua libertà quanto il misterioso trasporto che una creatura prova verso un’altra creatura, ad esempio un uomo verso una donna, o una donna verso un uomo. Non vi sono cinghie né catene né sbarre che ti costringano a una schiavitù più cieca, a un’impotenza più disperata.

La morte di un amore è come la morte d’una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva, ti senti invalido. Mutilato.

L’unico modo per non soffrire è non amare, che nei casi in cui non puoi fare a meno di amare sei destinato a soccombere.

La felicità è una lacrima che inaspettatamente ti scivola giù per la guancia mentre sussurri: sono stato tanto solo. Non voglio stare più solo. Giura che non mi lascerai mai.

Non v’è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.

Onestamente non ho ancora capito cosa si intenda per amore. Il mio sospetto è che si tratti di un imbroglio, gigantesco, inventato per tener buona la gente e distrarla.

E l’amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, e di tale malattia potevo elencare tutti i segni, i fenomeni.

Pensieri d’amore dimenticati risorgono e mi portano di nuovo alla vita.

Ti amavo, perdio: ti amavo al punto di non poter sopportare l’idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, le tue colpe, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue miserie, le tue volgarità, le tue contraddizioni, il tuo corpo con le spalle troppo tonde, le sue braccia troppo corte, le sue mani troppo tozze, le sue unghie strappate.

Di amore parlano i preti, i cartelloni pubblicitari, i letterati, i politici, coloro che fanno all’amore, e parlando d’amore, presentandolo come toccasana di ogni tragedia.

L’amore non è un riposo e quando nasce dai coiti dell’anima può diventare tragedia.

L’amore da una parte sola non basta, Giò, le tue sono fantasie da masochista. Non si regala l’anima a chi non è disposto a regalare la sua. Chi non fa regali, non apprezza regali. Tu cerchi Dio in Terra, e sei disposta a qualsiasi menzogna pur di inventarlo. Ma Dio non si inventa, e neppure l’amore. L’amore è un dialogo, non un monologo

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Tutti gli ipocriti che hanno amato qualcuno, ed ora non lo amano più si difendono dicendo che non si trattava di vero amore: quasi che rinnegare qualcosa di morto sia più dignitoso che ammettere la propria sconfitta.

Il potere è una passione più travolgente dell’amore. E chi ama il potere ha lo stomaco forte, il naso ancora più forte. I cattivi odori non gli danno fastidio.

Non ha confini il coraggio che nasce dall’amore e per amore si realizza. Non tiene conto di alcun pericolo, non ascolta nessuna forma di raziocinio. Pretende di muovere le montagne e spesso le muove.

È la più antica forma di masochismo, quella di amare chi non sa amare: e la più stupida.

Aspettava e la sua piccola mente impazzita d’amore andava alla deriva come una barca senza remi. Fantasie insensate e verità sconcertanti i flutti che la sbatacchiavano nella nebbia della sprovvedutezza e contro gli scogli della disperazione.

Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche.

“Niente dura per sempre, Alekos. Quando tu sarai vecchio e…” “Io non sarò mai vecchio.” “Sì che lo sarai, un celebre vecchio con i baffi bianchi.” “Io non avrò mai i baffi bianchi. Nemmeno grigi.” “Li tingerai?” “No, morirò molto prima. E allora sì che dovrai amarmi per sempre.”

Inaridisce, la delusione. Demolisce. Sia che te la imponga un individuo o un gruppo, sia che te la infligga una speranza o un’idea, t’annienta.

“Cavolino mio, ce ne sono milioni meglio di lui.” “E con questo? Ce ne sono milioni anche meglio di me. Comunque io non conosco quelli meglio di lui e non posso consumare la vita ad aspettare di conoscerli. E poi se dovessimo cercare la perfezione in un uomo, si amerebbero i santi. I santi sono morti e io non vo a letto col calendario.

Non credevo che tu lo amassi così. Chissà perché amiamo sempre chi non lo merita: quasi che questo fosse l’unico modo per ristabilire l’equilibrio perduto del mondo.

Lo amavano, sì, ma non capivano che allo stesso modo in cui amare qualcuno ti riempie, essere amato ti svuota: poiché colui che ti ama non fa che nutrirsi di te, di ciò che hai di meglio, e giorno per giorno ti consuma, ti deruba, finché resti un guscio vuoto cui hanno succhiato i segreti, la linfa, la vita.

“S’agapò tora ke tha s’agapò pantore.” “Cosa significa?” “Significa: ti amo e ora e ti amerò per sempre. Ripetilo.” Lo ripeto sottovoce: “E se non fosse così?” “Sarà così”.

Se tanto lo sfuggo, credimi, è perché lo amo. Fuggo da lui eppure lo cerco. Quando mi è vicino e vedo i suoi occhi e ascolto la sua voce vorrei accecarlo, renderlo muto, ma appena mi separo da lui vedo apparire due fiammelle tremanti che brillano quanto le stelle perdute nel fondo della notte. Sono i suoi occhi, le sue parole purificate dall’assenza. La sua anima è tanto più vicina a me quanto più lontano è il suo corpo.

Che supplizio inaudito le catene con cui l’essere amato ti lega impedendoti di alzare le ali, che ricchezza sterminata lo spazio in cui ti chiude con le stesse catene le porte. Però, quando lui non c’è più, e quello spazio si spalanca infinito dinanzi a te, sicché puoi volare nel pulviscolo d’oro a tuo piacimento, gabbiano senza affetti e senza lacci, avverti un vuoto spaventoso.

Al giorno d’oggi ci si prende e ci si lascia con troppa facilità. Si pratica il piacere come uno sport, e il facile gioco dei rapporti amorosi conduce alla dissoluzione del sentimento amoroso.

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Le più belle frasi di Oriana Fallaci dai suoi libri

Nata in una famiglia di antifascisti, partecipò alla Resistenza facendo la staffetta partigiana. Imparò ben presto, dunque, a coltivare la sua indipendenza e coraggio. I suoi reportage e scritti non si limitavano a descrivere la guerra, ma soffermandosi, in maniera lucida sulle fragilità umane, riuscì a rendere evidente le paure e le debolezze degli uomini di fronte al pericolo mortale della guerra. Ciò è evidente anche nel romanzo che dedicò al suo grande amore, Alekos Panagulis, “Un uomo”. Un altro scritto che vale la pena nominare di Oriana Fallaci è “Lettera ad un bambino mai nato”, in cui, con straordinaria dolcezza, spiega al figlio non nato cosa sia la vita. Spesso infatti, la Fallaci sostenne che la maternità non è un dovere ma una scelta e più volte la cercò, andando incontro ad un aborto che la sconvolse. Ecco, dunque, i pensieri di Oriana Fallaci, come da “Un uomo“, frasi toccanti da leggere per riflettere e da “Lettera ad un bambino mai nato“.

Una volta nato non ti dovrai scoraggiare, dicevi: neanche a soffrire, neanche a morire. Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato.
(Lettere ad un bambino mai nato)

La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere. Ma il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
(Lettere ad un bambino mai nato)

La vita è una tale fatica, bambino. È una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele.
(Lettera ad un bambino mai nato)

Ci si dimentica sempre che un eroe è un uomo, soltanto un uomo, e che resistere a una tirannia, subire sevizie, languire per anni in una cella senz’aria né luce è a volte più facile che battersi nell’equivoco e nelle lusinghe della normalità.
(Un uomo)

Cosa significa essere un uomo? Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere.
(Un uomo)

Ma tutto il mondo è sciupato, ormai. Col progresso abbiamo distrutto l’unico strumento per combattere la noia: quel difetto squisito che si chiama fantasia.
(Il sesso inutile)

Io non mi sono mai sentita viva come dopo una battaglia dalla quale sono uscita viva e indenne… È dopo aver vinto quella sfida che ti senti così vivo. Vivo quanto non ti senti nemmeno nei momenti più ubriacanti di gioia o nei momenti più travolgente d’amore.
(Accetto la morte ma la odio)

E non dar retta a chi dice che il destino ce lo fabbrichiamo da noi o che la Provvidenza ci protegge: non ti protegge nessuno dal momento in cui nasci e piangi perché hai visto il sole.
(Penelope alla guerra)

Non raccontare che sei cambiata, non raccontare la guerra che ti ha fatta cambiare. La tribù dove vivi non sa cosa farsene dei martiri e degli eroi.
(Penelope alla guerra)

Egli non può essere rimpiazzato o copiato: la storia del mondo ci ha fornito la prova che morto un leader se ne trova un altro. Morto un poeta, invece, eliminato un eroe, si forma un vuoto incolmabile e bisogna attendere che gli dei lo facciano resuscitare.
(Un uomo)

Se in tempo di dittatura il tirannicidio è un dovere, in tempo di democrazia il perdono è una necessità. I tempo di democrazia la giustizia non si fa scavando le tombe.
(Un uomo)

La casa era il rifugio, la consapevolezza di sentirti al sicuro in un posto che conosci perché ci sei nato ed è tuo.
(Penelope alla guerra)

La vera guerra non è quella che combatti quando due potenti imbecilli hanno deciso di buttare una bomba. La vera guerra è quella che combatti nell’amore e nell’odio non comandati, soprattutto quando ritorni.
(Penelope alla guerra)

Tu che non sai come la vita sia molto più del tempo che passa fra il momento in cui si nasce e il momento in cui si muore, su questo pianeta dove gli uomini fanno miracoli per salvare un moribondo e le creature sane le ammazzano a cento, mille, un milione per volta.
(Niente e così sia)

La democrazia non si può regalare come una stecca di cioccolata. La democrazia bisogna conquistarsela. Per conquistarsela bisogna volerla. Per volerla bisogna sapere cos’è.
(Oriana Fallaci intervista se stessa. L’apocalisse)

Vi sono due tipi di denutrizione: quella del corpo cioè quella che viene a non mangiare, e quella dell’anima cioè quella che viene a non sapere.
(Insciallah)

I frigidi pensatori con le loro pietre filosofali, le loro astrazioni, le loro masturbazioni mentali, sfruttano il nostro bisogno di dare un senso alla vita e invece di nutrire l’intelligenza concimano cretineria.
(Un cappello pieno di ciliege)

La carità, un errore che invitava la plebe alla pigrizia.
(Un cappello pieno di ciliege)

L’abitudine genera rassegnazione. La rassegnazione genera apatia. L’apatia genera inerzia. L’inerzia genera indifferenza.
(Oriana Fallaci intervista se stessa. L’apocalisse)

La fede unita alla coglioneria è capace di ogni eroismo.
(Un cappello pieno di ciliege)

Sono stupendi i trent’anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perché è finita l’angoscia dell’attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent’anni!
(Se il sole muore)

Mai due estranei legati allo stesso destino furono più estranei di noi. Mai due sconosciuti uniti nello stesso corpo furono più sconosciuti, più lontani di noi.
(Lettera ad un bambino mai nato)

Se hai male all’anima nessuno ti aiuto. Ti deridono, anzi: quasi che il dolore non fisico sia una grottesca.
(Penelope alla guerra)

Ogni cosa è fatta di tre punti di vista: il mio, il suo, e la verità.
(Penelope alla guerra)

Dev’esserci qualcosa di sbagliato nel cervello di quelli che trovano gloriosa o eccitante la guerra. Non è nulla di glorioso, nulla di eccitante, è solo una sporca tragedia sulla quale non puoi che piangere.
(Guerra e pace)

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Sono ferite che guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.
(Dolore)

La vendetta è volgare come il rancore.
(Gli antipatici)

Insieme a oppressione e sangue, volgarità e cattivo gusto, la caratteristica principale di una dittatura fascista è l’ignoranza, il disprezzo per la cultura, l’analfabetismo.
(Il mio cuore è più stanco della mia voce)

Il cristianesimo insegna il perdono, la rinuncia ai beni terrestri, e non si addice alla riscossa di una razza umiliata: chi è esasperato comprende meglio la legge dell’occhi per occhio, dente per dente.
(Le radici dell’odio)

Abbiamo paura di non essere sufficientemente allineati, obbedienti, servili, e venire scomunicati attraverso l’esilio morale con cui le democrazie deboli e pigre ricattano il cittadino. Paura di essere liberi, insomma. Di prendere rischi, di avere coraggio.
(Le radici dell’odio)

Troppo facile è dare la colpa alla guerra, rifugiarsi dietro l’entità astratta che chiamiamo guerra e a cui riferiamo come a una specie di peccato originale, di maledizione divina. Il discorso da affrontare non è sulla guerra. È sugli uomini che fanno la guerra, sui soldati, sul mestiere più antico più inalterabile più intramontabile che esista dacché esiste la vita.
(Guerra e pace)

Tutto sommato, mi diverto più a conoscere gente che a viaggiare, a leggere che a viaggiare. Conoscere una persona o leggere un libro non è forse viaggiare.
(Gli antipatici)

Tu che non sai perché rido così forte quando rido, e piango così fitto quando piango, e mi accontento di così poco quando mi accontento, ed esigo tanto quando esigo.
(Niente e così sia)

Essere il primo, il più bravo, fare cose che gli altri non fanno significa controllare il futuro, prevenire il futuro, influenzare il futuro.
(Se il sole muore)

Senza un giornalismo di regime una dittatura non può sopravvivere.
(Il mio cuore è più stanco della mia voce)

Quando guardi un soldato o un poliziotto o un qualsiasi custode del potere, non vedi che l’uniforme; da quella passi direttamente al berretto o all’elmetto, saltando il volto e la testa.
(Intervista con il potere)

Ognuno è come è, l’importante è che non dia fastidio ad essere com’è.
(Gli antipatici)

Sono come i gatti: ho bisogno di abituarmi a un posto per apprezzarlo, devo stare al caldo nel medesimo posto per capirlo.
(Gli antipatici)

Io, per il mio prossimo, perdo un sacco di tempo, cerco sempre di fare del bene anche se non è un bene da monumento equestre: ma tutto sommato ci comprendiamo pochino. Succede così raramente di incontrare una persona umana fra il prossimo.
(Gli antipatici)

Pochi rompiscatole sono rompiscatole come i publicity men quando, a forza di vivere nell’ombra di persone importanti, si illudono d’essere importanti essi stessi.
(Gli antipatici)

La felicità è fatta di una cosa grande: apprezzare la vita sapendo che dopo viene la morte.
(Gli antipatici)

Un uomo che non parla a nessuno e a cui nessuno parla è come un pozzo che nessuna sorgente alimenta: a poco a poco l’acqua che vi stagna imputridisce ed evapora.
(Un uomo)

La politica è una cosa che arrugginisce e guai a restarne anchilosati: si finisce per non vedere più nulla al di fuori di quella e con l’essere pessimi interpreti di chi ci elegge.
(Intervista con la storia)

Le parolacce sono un privilegio di pochi e non significano volgarità.
(Gli antipatici)

Negare il destino è la più grande presunzione.
(Superbia e umiltà)

Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola. perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto.
(Intervista con il potere)

L’intelligenza non ha confini, riesce sempre a penetrare il muro dell’idiozia costituzionalizzata.
(La forza della ragione)

La guerra è figlia della violenza che a sua volta è figlia della forza fisica, e il trinomio non partorisce che scelleratezze.
(Insciallah)

Chi capisce tutto e tutti finisce con l’assolvere tutto e tutti. Chi assolve tutto e tutti finisce col perdonare tutto e tutti. Chi perdona tutto e tutti non crede a nulla. E chi non crede a nulla è un cinico.
(Insciallah)

La teocrazia non insegna a ragionare, a scegliere, a decidere il proprio destino. Insegna a subire ubbidire servire un Dio che è un padrone assoluto, un sovrano che controlla ogni momento e ogni aspetto della tua vita.
(Oriana Fallaci intervista se stessa. L’apocalisse)

Oltre a impedire il giudizio morale l’indifferenza soffoca l’istinto di autodifesa cioè l’istinto che induce a battersi.
(Oriana Fallaci intervista se stessa. L’apocalisse)

Uno scrittore che appartiene a un partito, pensa meno bene. Anzi: pensa meno.
(Il mio cuore è più stanco della mia voce)

Quando in nome della pace si cede alla prepotenza, alla violenza, alla tirannia, quando in nome della pace ci si rassegna alla paura, si rinuncia alla dignità e alla libertà, la pace non è più pace. È un suicidio.
(Le radici dell’odio)

L’uomo che ha fame e che è disposto a morire per un pezzo di pane è un materiale grezzo come il ferro che serve a costruire un’automobile. Noi lo plasmiamo con motivi ideali e ne facciamo un’automobile.
(Le radici dell’odio)

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Oriana Fallaci: aforismi in immagini

La stessa vita della Fallaci può essere definita un’avventura. Le sue esperienze, l’indipendenza e i suoi scritti riuscirono ad affascinare centinaia di lettori nel mondo, soprattutto grazie alla continua ricerca della verità, che non si fermava davanti a nulla, sempre fedele ai suoi ideali. Nonostante le continue ambiguità sulla sua figura, a causa di dichiarazioni che, negli ultimi tempi, sono state associate erroneamente a posizioni estremiste, è senza dubbio una delle più grandi giornaliste e scrittrici del Novecento. Lo rivelano i suoi libri ancora letti e i suoi aforismi sempre attuali. Di seguito una serie di immagini con frasi della Fallaci, da inviare e condividere, per affermare la forza e l’intelligenza di questa grande donna.

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Il fanatismo è il primo nemico della libertà di pensiero. E a questo credo io mi piegherò sempre, per questo credo io pagherò sempre: ignorando orgogliosamente chi non capisce o chi per i suoi interessi e le sue ideologie finge di non capire
Oriana Fallaci
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Ogni cosa è fatta da tre punti di vista: il mio, il suo e la verità.
O. Fallaci
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Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai.
Oriana Falllaci
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Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo.
Oriana Fallaci
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L’amore non è un riposo e quando nasce dai coiti dell’anima può diventare tragedia.
O. Fallaci
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Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre.
O. Fallaci
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La paura che fanno le donne le quali, quando sono potenti lo sono sempre più di un uomo potente.
O. Fallaci
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Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede di essere ascoltata.
O. Fallaci
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I problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, ma i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto d’essere donne.
O. Fallaci
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Ogni nostro gesto è un atto di guerra. Ogni nostra azione quotidiana è una forma di guerra che esercitiamo contro qualcuno o qualcosa.
O. Fallaci
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È bello fuggire se ti sembra giusto e lo vuoi: mentre chiudi la porta alle spalle ti senti più vivo, la strada è sempre prateria sconfinata e il treno, è una lunga promessa. Ma quando il treno si muove, il vagone diventa una gabbia senz’aria, il domani un tunnel che ti condurrà chissà dove.
O. Fallaci
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Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare.
O. Fallaci
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Esiste un’unica rivoluzione possibile ed è quella che si fa da soli, quella che avviene nell’individuo, che si sviluppa con lentezza, con pazienza, con disobbedienza!
O. Fallaci
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Se ci fermassimo a considerare ciò che ha buon senso e ciò che non lo ha, ciò che è possibile e ciò che non lo è, la terra smetterebbe di girare e la vita perderebbe il suo scopo.
O. Fallaci
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La lobotomia è una castrazione mentale.
Oriana Fallaci
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La morte è una ladra che non si presenta mai di sorpresa.
Oriana Fallaci
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Nella vita e nella storia ci sono casi in cui non è lecito avere paura.
Oriana Fallaci
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Risponderò in stile minigonna, cioè in modo abbastanza lungo da coprire l’argomento e abbastanza breve da renderlo interessante.
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La libertà scissa dalla giustizia è una mezza libertà, che difendere la propria libertà e basta è un’offesa alla giustizia.
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Niente ferisce, avvelena, ammala quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita, cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo.
Oriana Fallaci
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Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Chi ama la vita è sempre col fucile alla finestra per difendere la vita.
Oriana Fallaci
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Anche un’avventura sentimentale è un amore, comunque un impegno amoroso, un temporaneo legame in contrasto con la tua libertà.
Oriana Fallaci
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Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.
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Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo.
Oriana Fallaci
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Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi per la propria dignità.
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Ce ne sono milioni meglio di lui. Ce ne sono milioni anche meglio di me. Comunque io non conosco quelli meglio di lui e non posso consumar la mia vita ad aspettare di conoscerli. E poi se dovessimo cercare la perfezione in un uomo, si amerebbero i santi. I santi son morti e io non vado a letto col calendario.
Oriana Fallaci
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Chi ha detto che essere belli vuol dire avere bei tratti? A volte essere belli significa avere spirito, eleganza e dignità.
Oriana Fallaci
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Solo chi ha pianto molto può apprezzare la vita nelle sue bellezze e ridere bene. Piangere è facile. ridere è difficile.
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Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida, che non finisce mai.
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Non si regala l’anima a chi non è disposto a regalare la sua.
Oriana Fallaci
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Non è vero che non credi all’amore. Ci credi tanto da straziarti perché ne vedi così poco e perché quello che vedi non è mai perfetto. Tu sei fatta d’amore.
Oriana Fallaci.
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Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.
O. Fallaci
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Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.
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