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Alimentazione dei bambini e sviluppo
Il passaggio dal latte al cibo solido è un momento tanto naturale quanto importante nello sviluppo del bambino. L’educazione alimentare dei bambini passa attraverso quello che mettiamo in tavola. Per questo motivo conoscere le basi di una corretta alimentazione è il presupposto fondamentale per la salute di tutta la famiglia. Vediamo insieme quali sono le indicazioni pediatriche per quanto riguarda l’alimentazione dei bambini e su come e quando iniziare lo svezzamento.
Svezzamento del neonato: dal latte al cibo solido
Il termine “svezzamento” indicava la perdita del vizio (o “vezzo”, appunto) di prendere il seno, ma oggi sta a significare l’introduzione di altri alimenti oltre al latte.
Il latte materno è la base dell’alimentazione dei neonati dal 1 mese fino al 6 mese. La sua composizione può variare anche più volte nell’arco della giornata per soddisfare le necessità nutrizionali del bimbo. Infatti, l’alimentazione dei bambini fino al primo anno di vita è composta per il 50% dai grassi contenuti nel latte materno.
Inoltre, diversi studi hanno dimostrato come i bambini allattati al seno siano meno colpiti da malattie infettive, diabete, obesità e alcuni tipi di tumore anche in età adulta.
I benefici si estendono anche alla mamma, che grazie all’allattamento è meno soggetta a osteoporosi e tumore al seno e alle ovaie.
Le poppate del neonato poi, sono un momento di intimità in cui si forma e rafforza il legame profondo tra mamma e bambino. Per questo motivo è importante che durante l’allattamento la mamma sia rilassata e a suo agio, in particolare nei primi giorni dopo il parto.
Benché il latte materno resti la base dell’alimentazione del neonato fino al primo anno di vita, il crescente fabbisogno nutrizionale porta naturalmente a iniziare lo svezzamento a 6 mesi orientativamente.
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Quando iniziare lo svezzamento?
Anche se fino a qualche tempo fa si faceva iniziare lo svezzamento a 4 mesi, le ultime evidenze scientifiche lo sconsigliano e considerano invece precoce anche lo svezzamento a 5 mesi. Lo stesso Ministero della Salute ha chiarito che:
in generale, il lattante a sei mesi è pronto a ricevere cibi solidi. Infatti, intorno a questa età la maturazione intestinale si completa e lo sviluppo neurologico consente di afferrare, masticare e deglutire in maniera efficace
Quindi, per il neonato di 6 mesi l’alimentazione può iniziare a essere integrata con altri cibi, che andranno ad affiancare, ma non a sostituire, il latte materno. Anche il discorso svezzamento e frutta, spesso introdotta al 4° mese, è un concetto ormai superato. Recenti studi hanno infatti confermato che non ci sono evidenze mediche tali per cui avviare lo svezzamento al 4 mese. Le associazioni pediatriche consigliano invece che per i bambini di 4 mesi l’alimentazione si limiti al latte, materno o artificiale che sia.
Per sapere quando è il momento giusto, basta prestare attenzione ai segnali del bambino: sarà lui a farci capire quando è pronto per intraprendere questa avventura!
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Svezzamento e frutta
Negli ultimi 50 anni si è diffusa l’abitudine di iniziare lo svezzamento dei neonati con la frutta a 4 mesi.
Iniziare con la frutta lo svezzamento è un’usanza che troverebbe fondamento nell’immaturità dello stomaco dei neonati, che quindi non sarebbero in grado di processare cibi più complessi. L’alimentazione dei neonati a 4 mesi, oltre al latte, includerebbe mele e pere e successivamente altri frutti di stagione.
Per esempio, le mamme in estate si chiedono: va bene iniziare lo svezzamento col melone oppure lo svezzamento con anguria? In genere, l’anguria nello svezzamento si evita perché l’anguria ai neonati risulta troppo zuccherina, ma si può dare l’anguria ai bambini dall’anno in poi. Se invece vogliamo iniziare col melone lo svezzamento estivo, va detto che il melone al neonato è sconsigliato.
Se vogliamo comunque dare del melone al neonato di 6 mesi, dobbiamo frullarlo e servirlo a temperatura ambiente. Il melone ai bambini più grandi, invece, è un’ottima e salutare alternativa ai gelati. Un frutto autunnale consigliato è il cachi, svezzamento incluso. Il cachi ai neonati fornisce infatti fibre, sali minerali e vitamina C. In inverno, invece, uno dei principali dubbi delle mamme riguarda le castagne ai bambini, che dall’anno di età sono consigliate!
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Alimentazione bambini: i crono inserimenti
Siamo abituati a sentir parlare di “tabella svezzamento” o “schema svezzamento“, riconducibili allo svezzamento “tradizionale”. In questo ambito si tende ad anticipare l’introduzione del cibo, ma gli esperti consigliano di aspettare almeno fino al 6° mese. Infatti, l’alimentazione dei neonati di 5 mesi dovrebbe essere ancora esclusivamente a base di latte.
Molti pediatri consigliano ancora di procedere con i “crono inserimenti”, ovvero di introdurre gradualmente gli alimenti in base alla loro presunta difficoltà di digestione o reazione allergica. Recenti studi smentiscono però questa pratica, consigliando invece di proporre tutti i tipi di cibo, anche quelli supposti allergizzanti, proprio per scongiurare l’insorgere di allergie e intolleranze.
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Schema svezzamento neonati mese per mese
Vediamo insieme cosa prevedono a grandi linee le tabelle di svezzamento per neonati utilizzate fino a qualche tempo fa:
- Alimentazione neonato di 7 mesi:
Per i bimbi di 7 mesi si può preparare, a pranzo, una pappa a base di brodo di verdure con omogeneizzati di pesce o carne, pastina (o cereali) e un cucchiaio di olio. A merenda frutta omogeneizzata (mela, pera o banana). A cena, l’alimentazione dei neonati di 7 mesi comprende brodo, cereali, verdure passate, olio e parmigiano. L’alimentazione dei bimbi di 7 mesi che prendono il latte artificiale può essere arricchita dallo yogurt senza zuccheri a merenda.
- Alimentazione bimbi 8 mesi
Possono essere aggiunti alla pappa del pranzo i legumi (fagioli, ceci, lenticchie, fave, etc). Per i neonati di 8 mesi l’alimentazione può comprendere verza, spinaci, broccoli e fagiolini.
- Alimentazione neonati 9 mesi
Da questo momento in poi, per l’alimentazione del neonato (9 mesi – 12 mesi) possiamo sbizzarrirci un po’ di più. Nell’alimentazione del bimbo di 9 mesi vanno mantenute 3-4 porzioni di carne e 3-4 porzioni di pesce a settimana, sempre accompagnate dalla verdura.
- Alimentazione neonati 10 mesi
A questa età si può iniziare a proporre prosciutto cotto e formaggio fresco (ricotta, robiola, stracchino). Importante: l’alimentazione a 10 mesi può iniziare a includere l’uovo. Si consiglia di iniziare dal solo tuorlo.
- Alimentazione neonati 11 mesi
Già dal 9° mese i pasti giornalieri, comprensivi di merende, dovrebbero essere 4. Nelle merende possono essere introdotti gli agrumi e nei pasti l’albume dell’uovo.
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Alimentazione bambini: 1 anno
L’alimentazione del bambino di 1 anno deve essere varia e prevedere almeno 4 porzioni al giorno tra frutta e verdura. A questa età non è più necessario cucinare un menù bambini a parte, ma si può mangiare tutti insieme. Idealmente, la dieta per bambini di questa età dovrebbe essere strutturata come segue:
- Ogni mattina colazione con latte (preferibilmente materno, altrimenti di prosecuzione o yogurt) e pane e marmellata. In alternativa, biscotti senza zucchero e frutta fresca di stagione. A metà mattinata uno spuntino.
- 1-2 volte a settimana carne, preferibilmente bianca, più digeribile e meno calorica.
- 3-4 volte a settimana pesce. I più indicati sono sogliola, merluzzo, orata, branzino e palombo.
- 3 volte a settimana legumi. I legumi non sono contorni, ma secondi proteici che vanno a sostituire carne e pesce.
- 1-2 volte a settimana uova.
- Il menù bimbo 1 anno non prevede salumi e formaggi più di 2 volte a settimana.
Il menù per bambini di 1 anno può essere quindi lo stesso di tutta la famiglia. È necessario tenere a mente che nel menù del bimbo di 12 mesi non vanno aggiunti sale e zucchero. L’alimentazione del bimbo di 1 anno deve poi essere quanto più stagionale possibile.
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Alimentazione bambini 2 anni
Arrivati ai 2 anni, non c’è più bisogno di seguire rigidamente una tabella alimentare per bambini. L’alimentazione dei bambini a 18 mesi è ancora basata su una ricca colazione e sui pasti come descritti sopra.
L’alimentazione del bimbo dai 18 mesi in poi, però, può diventare più impegnativa. Il bimbo in questo periodo sviluppa i suoi gusti e vuole essere sempre più autonomo. È il momento di iniziare ad aiutarlo a mangiare in modo autonomo le posate precaricate.
Possono far parte dell’alimentazione del bambino di 2 anni anche carni più grasse, come il maiale. La cottura, però, dovrebbe sempre essere il più leggera e light possibile. Non dovrebbero fare parte del menù per bimbi di 2 anni piatti troppo grassi e difficili da digerire, come fritti e insaccati.
Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, l’alimentazione dei bimbi di 2 anni dovrebbe essere composta per il 50% da carboidrati, 40% grassi e 10% proteine. Ovviamente, nel menù bambini di 2 anni non devono mai mancare almeno 4 porzioni tra frutta e verdura al giorno. Una corretta alimentazione dei bambini di 2 anni è fondamentale per controllare il peso dei bambini e non sfociare in patologie purtroppo sempre più diffuse, come l’obesità infantile.
Di seguito un video dove vengono spiegati gli errori più comuni nel processo di svezzamento:
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Autosvezzamento: cos’è?
Un tempo si assisteva a uno svezzamento tardivo (svezzamento a 8 mesi), ma a oggi la comunità scientifica concorda nel consigliare lo svezzamento a 7 mesi, se non già a 6. Verso i 6/7 mesi, infatti, l’apparato digerente del bambino è in grado di processare il cibo che mangiano i genitori.
A quest’età ci sono tutti i requisiti per l’autosvezzamento:
- il bimbo è in grado di stare seduto senza sostegno.
- perde il riflesso di estrusione.
- afferra il cibo per portarlo alla bocca.
- mostra interesse per il cibo a tavola.
In questo caso, il cibo portato a tavola dovrà essere adatto alle competenze del bambino e proposto in formati sicuri. Così facendo il bimbo lo potrà scegliere, afferrare e assaggiare in autonomia. In più, dovrebbe essere qualitativamente e quantitativamente corretto, anche per trasmettere una migliore educazione alimentare ai bambini fin da subito.
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Autosvezzamento: pro e contro
In quest’ottica l’incontro con il cibo diventa un’avventura tutta da scoprire, e non una lotta contro il cucchiaino.
Vediamo sinteticamente i vantaggi di questa scelta:
- Il bambino autosvezzato non ha bisogno di menù per bambini, ma mangia insieme ai genitori sia a casa che fuori, con notevole risparmio in termini economici e di tempo passato a cucinare le pappe;
- i bambini autosvezzati sono meno selettivi nel mangiare, anche crescendo e da adulti;
- introducendo il cibo in maniera naturale e non selettiva (cronoinserimenti), è meno probabile lo sviluppo di allergie e intolleranze;
Optare per l’autosvezzamento inoltre può essere una buona occasione per rivedere le abitudini alimentari di tutta la famiglia e optare per una corretta alimentazione, a beneficio di tutti.
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Ricette per lo svezzamento
È arrivato il momento dello svezzamento… ma cosa cucinare? E come? Abbiamo selezionato per voi una raccolta di ricette utili per la dieta dei bambini, dallo svezzamento fino all’alimentazione corretta dei bambini di 2 anni.
Di seguito una video intervista al Dott. Giorgio Donegani, nutrizionista, che spiega cosa possono mangiare i nostri bimbi tra il primo e il secondo anno:
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